Il referendum sul divorzio, l’indignazione contro la violenza sessuale e contro l’assenza di una legge sull’aborto portarono in piazza negli anni Settanta centinaia di migliaia di donne. Le fotografie di Agnese De Donato fanno parte della storia del movimento femminista romano, ne hanno accompagnato le manifestazioni nelle strade e gli incontri nelle sedi più raccolte, ne hanno registrato la creatività e la gioia, e documentato la fermezza. Non è stata l’unica fotografa a fissare le immagini della stagione del femminismo a Roma, basterebbe ricordare gli scatti di Paola Agosti, Rosanna Cattaneo, Luisa Di Gaetano, Gabriella Mercadini (per non citarne che alcune). La vicenda di Agnese è però legata in maniera particolare a “effe”, la rivista fondata nel 1973 da un collettivo formato dalla stessa De Donato insieme a Danielle Turone, Lara Foletti, Daniela Colombo, Donata Francescato, Alma Sabatini e Adele Cambria, autoproclamatasi “settimanale di controinformazione al femminile”. Lo stile diretto, messo a punto come fotoreporter dalla De Donato, trova nella rivista una sede speciale: la dimensione collettiva irrompe e rende visibile la forza e la potenza del movimento femminista. Le immagini colgono con sguardo felice e perfetto tempismo l’invasione pacifica della città da parte delle donne: i momenti di festa non diminuiscono la consapevolezza e la lucidità di una lotta durissima e vitale combattuta da donne di diverse generazioni. La determinazione del movimento è riassunta da Agnese nello scatto "Donne non si nasce, si diventa" in cui coglie una ragazza che avanza con il pugno alzato: la bocca aperta mentre scandisce uno slogan, la camicia aperta, la minigonna e l’aria sfrontata, la giovane donna sembra incarnare la soggettività inedita delle “donne nuove” degli anni Settanta.
Laura Iamurri
(dal catalogo della Mostra "Anni '70, io c'ero". 2017, Roma)
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